Territorio
Le Marche si contraddistinguono in maniera predominante per i colori che ci disegnano sopra i suoi contadini.
Le miriadi di piccoli fondi di terreno fanno da cornice a scenari straordinari che vanno dai Monti Sibillini fino al Mar Adriatico.
Notevole è il patrimonio artistico regionale che si fonde con l'immensa cultura enogastronomica di queste terre.
La ricchezza varietale marchigiana conta 25 cultivar autoctone di olivo, ognuna con i suoi profumi più o meno erbacei, ognuna con le sue intensità.
Per questo ci siamo posti una grande sfida per il futuro, valorizzare il patrimonio olivicolo locale rinunciando alla quantità.
Azienda
Divisa nei suoi 11 ettari fra seminativo ed olivicolo si estende in diversi apprezzamenti fra Montegranaro, Montegiorgio e Monte San Pietrangeli, dove sorge la nostra nuova sede aziendale.
Nata dalla mano del grande architetto e amico Ernesto Paoletti, l'edificio è concepito in maniera centrale rispetto ai giovani oliveti che lo circondano; abbiamo fatto questa scelta per non svilire i piantoni secolari, sintomo di esperienza, ma quasi a svelare l'anima giovane e sincera di chi questo stabile l'ha visto nascere sulla carta, nel 2015.
Radici
Dall'800, fin quando riusciamo a ricordare le nostre origini, la famiglia Sassetti ha caratterizzato la storia agricola della valle del fiume Ete.
Una famiglia contadina, mezzadra, dedita al lavoro nei campi per garantirsi la sopravvivenza nell'epoca.
Inizià così, nel 1897 la nostra storia di olivicoltori
David
Era il nome del mio bisnonno, Cavaliere di Vittorio Veneto.
Era un vero patriarca, sembrava scolpito nel granito,
temerario, ambizioso, uomo dai principi morali inossidabili. Coltivava grano e cereali seminando "a spaglio" sui terreni affidatigli dal fattore dell'epoca.
A quel tempo, l'olio extravergine era cosa per ricchi, a casa si cucinava con "la sugna": grasso del maiale fuso lentamente vicino alla fiamma del camino.
Il nonno Mariano
Raccolse l'eredità spirituale di suo padre, piantò i primi 50 olivi eseguendo uno scasso totale del terreno con uno dei primi mezzi agricoli comparsi nel fermano, un Landini a testa calda con ruote in ferro.
Era brillante mio nonno, illuminato e progressista: la gente gli gridava "Folle" Le olive di ungono prima del Natale..." ma lui, caparbio qual era, ogni anno, al giorno di Ognissanti era lì, chino, a raccogliere i suoi frutti
Mio padre, Giorgio Sassetti
Scorrazzava fiero sulle ultime strade di ghiaia, con la sua Alfa GT Junior colore rosso; riuscì ad acquistarla a rate, impigandosi come operaio in una delle più antiche fabbriche monosanpietrine.
Sono gli anni del boom economico, l'epoca in cui se avevi un lavoro onesto riuscivi a mettere da parte qualche moneta.
Nonostante il fiorente periodo la nostra famiglia non ha mai rinunciato agli ulivi e al lavoro nei campi che nel frattempo sono stati acquisiti.
Fu mio padre uno dei primi a "sperimentare" il sistema a centrifuga per l'estrazione dell'olio d'oliva.
Nelle sue mani ho visto le olive trasformarsi in olio, quello vero, sudato in cima alla scala di un Sargano di cento anni.
Da lui ho imparato che chi vuole vincere deve soffrire
E infine io, Roberto
Logorroico San Tommaso dell'arte olearia, mai soddisfatto, convinto che i miei predecessori abbiano fatto tanto ma non tutto, ho voluto ricominciare da zero: dalla pianta. Perchè l'olio si fa prima di tutto in campo.
Negli anni ho anciticipato la raccolta ed effettuato la molitura in maniera diversa rispetto al passato, portando comunque avanti una tradizione familiare importante con un obiettivo: far capire e apprezzare la fatica, la tenacia, ma soprattutto l'amore racchiuso in un extravergine.
Un amore totale per la propria arte, per il proprio mondo, un amore senza il quale nessun risultato sarà mai possibile.